29/06/2003 Marchio, un round decisivo


Sembra un film horror, quelli che nel primo finale ti fanno credere che il maniaco assassino sia stato messo ko dal protagonista buono che, inquadrato dalla cinepresa in pieno calo di adrenalina, non si accorge che alle sue spalle il killer si sta rialzando da terra col solito coltellaccio in mano. Il quel caso il pubblico urla lanciando in aria i pop corn come per avvertire il protagonista del rischio che sta correndo. Ovvio che qui non ci sono maniaci assassini in giro, ma solo una sorta di «maniaci» del marchio. Insomma, è indubbio che Mazzola e Rizzuto insistono per la loro strada, incuranti di ciò che pensa la stragrande maggioranza dei tifosi della Fiorentina. A poche ore dal sì della Federazione al cambio di denominazione sociale da Florentia viola in Acf Fiorentina Spa, ecco un altro giorno importante. Domani mattina, un collegio del tribunale di Firenze dovrà esprimere un parere sul ricorso presentato dagli avvocati di Rizzuto, al quale in prima istanza era stato vietato l’ utilizzo dei quattro marchi depositati il 13 gennaio scorso, tutti marchi con leggere variazioni (in confronto Bach era un ragazzo) sul nome Fiorentina e relativo giglio. Nel caso in cui il tribunale respinga di nuovo il ricorso, così come era capitato nei casi degli altri marchi depositati dalla Real Fiorentina, Della Valle e i tifosi potrebbero tirare un sospiro di sollievo, perché si tratterebbe di una bella vittoria, anche se quasi certamente la guerriglia legale non finirebbe qui. In questi ultimi giorni in casa Ddv si è lavorato duro. La mossa più brillante è stata quella di anticipare l’ assemblea sociale dal 4 luglio al 25 giugno. Sullo statuto sociale, infatti, è prevista la convocazione di un’ assemblea straordinaria (ma solo se partecipano tutti: in questo caso 12 consiglieri del Cda, tre sindaci revisori, i rappresentanti del capitale sociale più un notaio) senza obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Mettere insieme tutti in un ufficio a Milano da un giorno all’ altro non è stato semplice. Ma aspettare non era più possibile: era necessario cambiare denominazione per evitare grandi rischi. Nelle stesse ore, infatti, Rizzuto presentava domanda di affiliazione alla Figc, attraverso il comitato regionale toscano, per la Fiorentina FC. La società ha capitale sociale di 100 mila euro e la sede in via Benedetto Varchi, a Firenze. Ferruccio Mazzola presidente, consiglieri Roberto Russo (omonimo dell’ avvocato della curatela) e Alessandro Beatrice (figlio dell’ ex e compianto giocatore viola). Presidente del collegio sindacale Silvio Mencucci (quasi omonimo del consigliere della Fiorentina, sembra che lo facciano apposta) e sindaco revisore Francesco Lotti, commercialista un tempo collaboratore dello studio di Enrico Fazzini (ex amministratore giudiziario della Fiorentina), che, è bene precisarlo, con questa storia non ha niente a che fare. Pare che nella richiesta di affiliazione avanzata alla Federazione manchi il foglio che testimoni la presenza di un campo di gioco. Non a caso l’ assessore Eugenio Giani ha subito chiarito che il Comune di Firenze mai darà in gestione un impianto a un’ altra Fiorentina. Ma trovare un campo non è poi così difficile e poi forse non è un caso se nelle settimane scorse, magari per cercare altre strade, una cordata guidata dallo stesso Mazzola veniva data come possibile acquirente del Città di Castello, società già affiliata alla Figc. Cosa farà la Federazione di fronte alla richiesta di iscrizione al campionato della Fiorentina FC? In teoria non è possibile iscrivere una società con un nome uguale a un’ altra già iscritta, ma non è detto che Rizzuto e Mazzola non insistano sul discorso della denominazione dell’ azienda con una causa civile che crei ulteriori problemi a Della Valle. Intanto sarà importante valutare la decisione che domani arriverà dal tribunale, ma anche iniziare a chiedersi chi ci sia dietro a Rizzuto, che non smette mai di ripetere che ci sono molti grandi nomi e imprenditori fiorentini pronti a tirare fuori i soldi per la «sua» Fiorentina. Sarà vero? Viene quasi da pensare che tutti i malumori politico-imprenditoriali arrivati il giorno dopo l’ operazione Domenici-Della Valle abbiano scatenato una strana voglia di vendetta associata a un calcolo politico pre-elettorale. Non è sbagliato ricordare, per fare un esempio, il decreto salva Cecchi Gori presentato nei giorni in cui il governo varò la legge spalma debiti da due senatori dell’ Udc, mandati avanti, così si disse allora a Roma, da un alto dirigente della Medusa, società del gruppo Fininvest. Da non dimenticare che un gruppo di politici fiorentini legati a Forza Italia a suo tempo si mosse sulla Fiorentina e che all’ indomani della decisione ministeriale (anche questa non priva di curiose coincidenze) di respingere la richiesta di registrazione del marchio «Fiorentina», l’ europarlamentare di Forza Italia Bartolozzi ha visto bene di attaccare immediatamente il sindaco Domenici. Si tratta di coincidenze o di una strategia? Sicuramente in questa sceneggiatura simil-horror non mancano delle battute involontarie. Perché poi, si sa, tutti sono buoni a sciacquarsi la bocca con la Fiorentina. Anche Rizzuto, quando dice che Mazzola è molto legato alla Fiorentina, squadra dove militò a suo tempo. Il bello è che quando qualcuno ha ricordato a Mazzola che anche Giovanni Galli ha giocato nella Fiorentina, la risposta del figlio del grande Valentino è stata questa: «Sì, però lui era un portiere». A beh, certo~ avanti un altro.

BENEDETTO FERRARA